
Autore: Simöne Gall
Anno: 2024
Editore: Self Publishing
Pagine: 268
Prezzo: 14,00 €
“Come suggerisce il titolo, Gracious Melodies è una monografia dedicata al periodo classico degli Stone Temple Pilots, l’unico realmente contemplabile, cioè quello con Scott Weiland come frontman. Poi, certo, la sua storia personale resta centrale nel corso della narrazione. Si tratta però a tutti gli effetti del primo libro in italiano, scritto da un autore italiano, dedicato alla band californiana e, al contempo, a Weiland”. Così Simöne Gall, autore, traduttore dall’inglese e contributor freelance, che firma un volume – il cui titolo rimanda al secondo disco del gruppo, Purple – appassionante e appassionato, nel quale sviscera la vicenda artistica degli Stone Temple Pilots e, in parallelo, la storia personale del problematico leader della band (morto il 3 dicembre del 2015 per via di una overdose accidentale).
Una monografia che ha alle spalle un lavoro certosino. “L’impegno si è sviluppato lungo un arco temporale di quattro mesi, necessario alla raccolta del materiale per comporlo. Materiale di respiro estero – interviste e articoli cartacei d’epoca, documentari e quant’altro – e quindi funzionale alla mia analisi”. Gall prosegue: “La stesura del libro si è sviluppata da un’idea di partenza specifica, quella di realizzare un volume unico su No. 4, ovvero l’album degli Stone Temple Pilots che mi ha sempre entusiasmato di più. Idea iniziale che avrebbe portato avanti una certa coerenza con i miei volumi precedenti, quasi tutti dedicati a periodi specifici dell’artista da me raccontato (ad esempio per David Bowie, idolo di Weiland peraltro, ho analizzato nel 2020 il suo periodo Station To Station). Alla fine, tenendo anche conto della mancanza di libri sulla band, ho optato per uno studio più completo della materia”.
L’esito è un racconto schietto e fluido, che prende il via dal 1992, quando nel mese di settembre gli Stone Temple Pilots debuttano con il cerebrale disco Core – al quale faranno seguito, con Weiland alla voce, i già citati Purple (1994) e No. 4 (1999), Tiny Music… Songs from the Vatican Gift Shop (1996), Shangri-La Dee Da (2001) e l’omonimo Stone Temple Pilots (2010) – occupando a pieno merito un posto di primo piano nel panorama rock mondiale. La formazione nata a San Diego, guidata da Weiland (voce) e completata dai fratelli Robert e Dean DeLeo (rispettivamente basso e chitarra), più Eric Kretz (batteria), continuò a crescere e a perfezionare il proprio suono con una serie di uscite discografiche di grande livello.
In merito all’iter della band ripreso in Gracious Melodies, Gall ammette di aver trovato “meno significativo il dovermi concentrare su certe fasi del percorso che mi entusiasmavano meno. Come nel caso di quella inerente l’album omonimo uscito come risultato della prima reunion in coda agli anni Duemila. Tendo a vedere i miei lavori come creazioni personali volte a soddisfare prima di tutto me stesso. Faccio un esempio: il mio libro a tema The Doors, pubblicato nel 2022, è il risultato di una particolare passione sviluppata negli ultimi anni per il loro L.A. Woman, per il quale ho avvertito la necessità, a un certo punto, di sondare più approfonditamente i retroscena disvelando cose di cui nemmeno io ero a conoscenza”. Cercando su YouTube è possibile vedere il video live di Break on Through/Five To One, con protagonisti proprio Weiland e i Doors presso i Los Angeles Center Studios. Era il 2000.
Venticinque anni dopo, chi è Scott Weiland per Gall? Pronta la risposta dell’autore: “Lo ritengo uno dei personaggi più genuini della storia del rock; una delle ultime vere rockstar di sempre. Non per nulla, quando gli ex membri dei Guns N’ Roses misero in piedi il progetto poi denominato Velvet Revolver, puntarono tutto su di lui pur conoscendone i problemi di tossicodipendenza”. Quindi una doverosa puntualizzazione: “Personalmente non mi è mai importato di incanalare Weiland e gli Stone Temple Pilots nel cosiddetto “grunge”. C’è questa tendenza a voler per forza etichettare gli artisti, arrivando spesso a sostenere tesi raffazzonate“.
E sulle voci secondo cui Weiland sarebbe stato in qualche modo “sfruttato”, da un punto di vista umano e artistico? “Non ci credo proprio. Anzi, in situazioni difficili fu anche molto supportato. Con lui i membri degli Stone Temple Pilots attraversarono momenti piuttosto tesi, che hanno spesso compromesso gli affari del gruppo; ma è altrettanto vero che senza di lui la band non avrebbe avuto senso”. Per chiudere, chiediamo all’autore se gli sia mai balenata l’idea di inviare una copia di Gracious Melodies alla famiglia Weiland. “In realtà il pensiero non mi ha mai sfiorato, anche perché il testo è in italiano. A questo punto, però, potrei considerare l’idea di farne una versione tradotta in inglese. Mai dire mai”.
